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La sig.ra Raffaella, all’età di 49 anni, affetta da dolore addominale, giungeva presso il Pronto Soccorso di un noto Ospedale di Napoli e veniva sottoposta ad esami laboratoristici, ecografia addominale e visita nefrologica, senza esiti diagnostici.

Dopo meno di 48 ore, sempre per dolore addominale, la sig.ra Raffaella giungeva all’osservazione dei sanitari di un altro nosocomio napoletano, ove i sanitari, dopo circa tre ore di osservazione clinica e somministrazione di terapia antalgica endovenosa (paracetamolo e ketoroTac), e stante la parziale remissione del dolore, la paziente decideva per la dimissione.

Il giorno seguente, come programmato, la paziente ritornava nuovamente presso il Pronto Soccorso di un noto Ospedale di Napoli per dolore addominale, ove i sanitari, dopo aver espletato indagini strumentali ed esami ematochimici, disponevano il ricovero nel reparto di chirurgia per laparotomia esplorativa urgente ed indifferibile.

Durante l’intervento chirurgico, nonostante il trattamento con trasfusioni di emazie, infusione di liquidi ed amine vasoattive, non si riusciva a correggere il quadro di instabilità emodinamica, etichettato dai sanitari come da “shock settico”. Nell’immediato post-operatorio, all’ingresso in rianimazione, veniva implementata l’antibioticoterapia empirica e la terapia di supporto emodinamico e veniva introdotta la terapia dialitica.

Successivamente, subentrava ischemia della mano sinistra (da trombosi dell’arteria radiale ed ulnare) complicata da gangrena, affrontata con intervento demolitivo dell’arto superiore sinistro; permaneva, inoltre, un quadro di shock settico poco responsivo al trattamento, con condizioni cliniche sempre gravissime, fino al decesso.

Il decesso della sig.ra Raffaella è da ricondursi in senso causale ai difetti di condotta assistenziale attuata dai sanitari dei due nosocomi che la ebbero in cura, posto che una adeguata e tempestiva presa in carico della paziente avrebbe garantito, nei primi due accessi, un immediato riconoscimento e conseguentemente trattamento di una patologia addominale non ancora in fase avanzata (ovvero non ancora giunta in fase perforativa) e nell’ultimo ricovero, avrebbe evitato la sua evoluzione in sepsi e shock settico e, di conseguenza, il decesso.

Olmo Studio sta affrontando un’importante azione di risarcimento in favore degli eredi della sig.ra Raffaella per ottenere il giusto risarcimento danni.