La storia di Antonio Del Prete è un triste esempio di mala sanità che ho seguito come avvocato. Antonio, un uomo sano e lavoratore, si è recato al pronto soccorso con forti dolori addominali, ma i medici hanno diagnosticato erroneamente una lombalgia senza eseguire esami approfonditi. Dimesso con una terapia inadeguata, ha trascorso una notte di sofferenza e il giorno dopo è collassato. Solo allora è stata scoperta una grave peritonite, ma ormai era troppo tardi e Antonio è deceduto per arresto cardiaco.
La famiglia ha intrapreso una lunga battaglia legale per ottenere giustizia e ho seguito il caso con impegno e determinazione. La diagnosi differenziale, fondamentale per escludere patologie gravi, è stata completamente ignorata dai medici. Dopo anni di iter giudiziario, il tribunale di Napoli Nord ha riconosciuto la responsabilità medica, sancendo un’importante vittoria per i familiari di Antonio e per la tutela del diritto alla salute.
Questo caso dimostra quanto sia essenziale che i pazienti pretendano esami accurati e diagnosi corrette. Sebbene la sanità italiana conti su professionisti eccellenti, esistono ancora situazioni di negligenza. Continuerò il mio impegno affinché storie come questa non si ripetano e affinché ogni cittadino possa sentirsi tutelato nel proprio diritto alla salute e alla giustizia.