La sig.ra Lucia, giunta alla 38^ settimana della sua prima ed unica gravidanza, in accordo con il ginecologo curante, veniva ricoverata presso una nota Clinica di Napoli, con la diagnosi di ingresso di “gestosi ipertensiva” e veniva eseguito un taglio cesareo d’elezione e veniva, così, alla luce, un neonato di sesso maschile, vivo e vitale, del peso di Kg. 3.320.
Successivamente all’intervento chirurgico, la sig.ra Lucia veniva dimessa al proprio domicilio ma, a seguito di episodi di diarrea da circa 12 ore con associata febbre (38.4°C) e dopo un colloquio telefonico con il ginecologo curante, ritornava in clinica ove i sanitari le suggerivano il prosieguo della terapia antibiotica così come prescritta alla dimissione.
Nonostante la terapia antibiotica praticata, la sig.ra Lucia presentava ancora febbre (38°C), dolori addominali e vomito e, pertanto, veniva accompagnata al Pronto Soccorso di un noto Ospedale di Napoli.
Venivano praticati esami di laboratorio che evidenziavano valori dell’emocromo chiaramente indicativi di una leucocitosi neutrofila, di un aumento dell’Urea e della creatinina nonché una riduzione dell’albumina e delle proteine totali.
Tali rilievi inducevano i curanti ad attuare una laparotomia esplorativa d’urgenza: venivano evidenziati un utero malacico, con ferita isterotomica deiscente un ascesso pelvico ed una pelviperitonite e, pertanto, si procedeva dapprima ad una cauta adesiolisi nonché all’asportazione della raccolta ascessuale e, successivamente, ad una isterectomia con salpingectomia bilaterale e conservazione delle ovaie.
L’esame istologico dell’utero asportato, così come riportato nella cartella clinica, metteva in evidenza un grave processo flogistico acuto in fase di ascessualizzazione che interessava non solo l’endometrio ma anche il miometrio.
La sig.ra Lucia, successivamente all’intervento chirurgico, veniva sottoposta ad una intensa terapia antibiotica ed antiflogistica, guadagnando, gradatamente, un sufficiente equilibrio clinico tanto da essere, poi, dimessa.
Dunque, la paziente, dopo il parto cesareo, venne a presentare un’endometrite che, attraverso la sua diffusione al miometrio, condizionava la deiscenza della ferita chirurgica, la malacia dell’utero e la conseguente pelvi-peritonite.
A seguito di tale non adeguata condotta, allo stato attuale, la sig.ra Lucia si trova a patire gli esiti di una pelvi/peritonite, la perdita dell’utero e l’impossibilità di ulteriori gravidanze.
Olmo Studio sta affrontando un’importante azione di risarcimento in favore della sig.ra Lucia, per ottenere il giusto risarcimento danni.