Aveva la meningite, ma al Pronto soccorso di Aversa la trattarono per vasculite. E’ la storia di Maria Iavarone 21 anni, napoletana che la notte tra il 12 e il 13 febbraio del 2018 venne lasciata in Pronto soccorso per ore prima di ricevere le cure del caso. Solo dopo 5 ore dal ricovero vengono eseguite le analisi del sangue e i medici dell’ospedale di Aversa si resero conto di avere di fronte una severa infezione e consigliarono al padre di trasportare la ragazza al reparto di infettivologia all’ospedale di Caserta. Fu a quel punto che il papà di Maria prese la decisione che salvò la vita alla figlia. L’uomo infatti trasportò la ragazza prima al Cardarelli dove fu diagnosticata la meningite e poi al Cotugno. Il ritardo nelle cure ha causato a Maria menomazioni permanenti: amputazione di due dita delle mani e problemi cronici alle gambe. Maria passò 8 giorni in terapia intensiva tra la vita e la morte. Per gli errori commessi all’ospedale Moscati di Aversa, l’avvocato Luciano Palermo ha chiesto e ottenuto la condanna dell’Asl di Di Caserta e il risarcimento danni per circa 80mila euro.