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 La caduta in ospedale

La responsabilità della struttura sanitaria per la caduta del paziente

La ‘caduta del paziente’ all’interno dell’ospedale è un fenomeno molto più diffuso di quanto si pensi e costituisce la casistica più frequente di casi per malasanità correlati ad un deficit del processo assistenziale.

Il rapporto del 2019 del Ministero della Salute, relativo agli eventi più gravi che si sono verificati in ambiente ospedaliero fra il 2016 e il 2018, mette al primo posto le cadute dei pazienti presso la struttura: 984 segnalazioni di morte o grave danno per caduta del paziente in ospedale.

il 78% delle cadute dei pazienti è prevedibile perché è possibile identificare il fattore di rischio relativo al paziente (che, ad esempio, ha difficoltà di deambulazione, oppure è disorientato); il 14% delle cadute è accidentale e può dipendere da carenze della struttura sanitaria e/o fattori ambientali; soltanto l’8% delle cadute in ospedale è effettivamente imprevedibile. Dunque, nel 92% dei casi la struttura sanitaria è responsabile della caduta in ospedale.

Le cause della caduta in ospedale

Nella maggior parte dei casi, la caduta è dovuta a carenze della struttura sanitaria, che vanno da deficit del personale alla mancata corretta manutenzione della struttura.

La struttura ospedaliera risponde civilmente per inadeguata manutenzione degli spazi (pavimento scivoloso, buche, insidie), ma anche per carenze dal punto di vista organizzativo (mancanza del personale adeguato alle circostanze), che comportano una non sufficiente vigilanza sul paziente.

Le possibili conseguenze da caduta in ospedale

Il paziente, soprattutto se anziano o, comunque fragile, a seguito della caduta può avere delle complicanze che possono comportare delle lesioni gravi, un aggravamento definitivo del suo stato di salute, fino alla morte.

I danni più frequenti da caduta in ospedale che si verificano sono la frattura del femore, la frattura dell’anca, la frattura del bacino, le lesioni e le fratture del sistema scheletrico in generale. Ma possono verificarsi anche traumi cranici e danni cerebrali. Spesso, poi, queste lesioni portano a complicanze ulteriori come le infezioni ospedaliere, emorragie interne, embolie.

La prevenzione della caduta in ospedale

Nel 2011, è stata pubblicata la Raccomandazione del Ministero della Salute n.13, per la prevenzione e la gestione delle cadute nelle strutture sanitarie. Le direzioni sanitarie sono tenute a rispettare la Raccomandazione, in linea con quanto previsto dalla legge Gelli del 2017 sulla responsabilità professionale sanitaria. Con tale disposizione si vuole disciplinare la responsabilità per caduta in ospedale in base ai fattori di rischio

Il personale sanitario ha il dovere di valutare i fattori di rischio per programmare l’adeguata messa in sicurezza del paziente.

Vanno valutati l’età (se sopra i 65 anni ci vuole una maggiore sorveglianza del paziente); cadute pregresse; incontinenza; patologie che mettono a rischio l’equilibrio e le capacità motorie del paziente; problemi muscolari.

La responsabilità strutturale e ‘oggettiva’ della struttura sanitaria

In caso di caduta del paziente all’interno dell’ospedale, la struttura sanitaria è sempre responsabile se si dimostra che le carenze sono relative a tutto ciò che rientra nella messa in sicurezza della struttura (letti con o senza protezione; barelle che si possono alzare e abbassare senza problemi; pavimenti senza buche e non scivolosi; Illuminazione adeguata dei locali; presenza di strutture di supporto o sostegno quando il paziente si alza dal letto;

La responsabilità assistenziale della struttura sanitaria

La struttura ospedaliera è, inoltre responsabile per mancata assistenza; personale non sufficientemente preparato; operatori non dotati delle attrezzature adeguate per assistere il paziente nelle sue necessità quotidiane.

IN TUTTI I CASI DI CADUTA DEL PAZIENTE E’ SEMPRE POSSIBILE RICHIEDERE ED OTTENERE IL GIUSTO RISARCIMENTO DANNI.

Avv. Luciano Palermo

OLMO STUDIO