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 Rischi legati alla comunicazione

La comunicazione in sala operatoria è un aspetto che potrebbe sembrare di secondo piano, ma che è fondamentale per un’attività serena e funzionale.

L’équipe operatoria – e di conseguenza il paziente – dipendono da informazioni, le quali devono essere documentate, accertate, firmate e condivise.

Ogni professionista di sala operatoria ha il dovere di comunicare ogni singolo dato, compresi errori e criticità inerenti l’intervento chirurgico nel suo complesso, siano esse riferite al paziente, ad un altro operatore o all’atto chirurgico.

Le decisioni in sala operatoria dipendono anche da quelle della relativa unità operativa. È per questo che prima di ogni intervento, ma anche nell’intra e nel post-operatorio, i flussi di informazioni tra i due comparti devono essere precisi e costanti.

La documentazione sanitaria deve contenere dati, informazioni e istruzioni che siano assolutamente: vere, tracciabili, documentate, aggiornate, protette.

La vita di un paziente può dipendere da un’informazione. Può bastare un errore di comunicazione per comprometterla.

In passato è accaduto, purtroppo, di pazienti operati nel sito chirurgico sbagliato o di pazienti sottoposti ad intervento per una patologia inesistente. Incompetenza totale da parte dell’équipe operatoria. Atto ingiustificabile strettamente collegato a un clamoroso deficit di comunicazione/informazione.

In condizioni di emergenza-urgenza è necessario identificare il sito corretto ed il giusto paziente da operare e questo è, fortemente legato alla buona comunicazione.

Dunque, procedure di identificazione, verifica e riscontro di diagnosi, accertamento del programma di intervento, e verifica del consenso informato.

La preparazione preoperatoria del paziente è uno dei primi step del percorso clinico-terapeutico.

Un errore di preparazione del paziente può condurre ad una sospensione o posticipazione dell’intervento, ad uno scombussolamento della lista operatoria o, ancor peggio, a complicanze intra-operatorie e nel corso di anestesia.

Il posizionamento del paziente sul letto operatorio deve prevenire lesioni da compressione o stiramento; la scelta del posizionamento ottimale attribuita al primo operatore e all’anestesista.

I danni al paziente per imprudenza o imperizia sul posizionamento ottimale possono provocare comorbilità e un allungamento del percorso clinico; aspetti che si traducono in una riduzione della qualità di vita dell’utente e in un aumento della spesa economica aziendale.

Le procedure di posizionamento devono assicurare: sicurezza dal punto di vista statico, ottimale esposizione del sito chirurgico, prevenzione da lesioni, comfort per il paziente e per l’operatore chirurgico.